A tutti è noto il racconto biblico del Re Salomone che trovandosi a dover giudicare due donne che si contendevano lo stesso figlio, al fine di verificare chi fosse la vera madre, propose di tagliare in due il bambino e di dare ad ognuna delle donne una metà. Lo stratagemma del Re Salomone funzionò, infatti, alla terribile ipotesi dell'uccisione del figlio tagliato in due, la vera madre, disse: “dallo pure a lei ma per amor di Dio, non ucciderlo”.
Il racconto è declinato al femminile ma potrebbe essere ugualmente valido per i padri e testimonia come il vero Amore per un figlio consiste nel mettere la sua vita, il suo benessere, la sua serenità, sempre al primo posto anche a costo di rinnegare se stessi.
Con il vertiginoso aumento di separazioni e divorzi nei matrimoni, si moltiplicano anche i procedimenti giudiziari per l’affidamento dei figli. Nella maggioranza dei casi, i figli sono utilizzati ora da un ex coniuge, ora dall’altro come arma per vendette e rivendicazioni personali verso il partner a cui vengono attribuite ogni sorta di nefandezze.
L’utilizzo di un figlio come arma verso l’ex coniuge significa che l’egoistico amore per stessi prevale a dispetto dell’amore verso il figlio. A scapito della sofferenza provocata sul minore i partner, a colpi di carta bollata, dispetti, di squalifiche del ruolo ora paterno, ora materno di chi si vuol colpire, privilegiano i propri interessi su quelli del figlio.
Molto spesso i Tribunali, dopo aver concesso l’affido condiviso con estrema leggerezza, si ritrovano a dover fronteggiare un mare di ricorsi, appelli, revisioni degli accordi di separazione, ecc. e, solo dopo che le cose si sono via via cronicizzate indicano ai coniugi contendenti il percorso di mediazione familiare o di sostegno alla genitorialità.
Lo psicologo ha l’arduo compito di trasformare la prospettiva con cui gli ex coniugi valutano il proprio operato. Infatti, nella premessa che essi fanno si ritrova quasi sempre l’affermazione: “E’ vero, io ho fatto venti denunce, trenta ricorsi, quaranta domande ma, lo faccio solo per il bene di mio figlio”. Far cogliere agli ex coniugi che dal loro conflitto ne uscirà sicuramente perdente un solo soggetto, cioè il loro bambino, non è cosa semplice. Si tratta di un lavoro alchemico di trasformazione del rancore in AMORE per un figlio, che a parole si dice di amare, ma che in pratica viene fatto a pezzi, come avrebbe fatto la menzognera madre del racconto biblico.
Dr. Carlo de la Ville sur Illon
Psicologo Psicoterapeuta
ALCHIMIE GIURIDICA
Valutazione e sostegno alla genitorialità in ambito civile e penale
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