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Mutismo selettivo: 5 cose da sapere

“La mia bimba a casa parla con tutti, con i fratelli, gli zii, i nonni e così tanto che vorremmo chiederle, a volte, di tacere un po', ma poi a scuola, di fronte agli estranei si ammutolisce, diventa un’altra bambina, non la riconosco più”.

Tale comportamento potrebbe rientrare in quel disturbo chiamato Mutismo selettivo.

1) Cos’è il Mutismo selettivo?

E’ un disturbo d’ansia, che esordisce solitamente in età pediatrica e si caratterizza per l’incapacità di parlare in contesti sociali (es. scuola, sport, feste, gioco, ecc.). Non è, pertanto, un problema di sviluppo intellettivo, né dipende da deficit organici.

2) Chi colpisce in prevalenza?

Il mutismo selettivo sembra interessare più frequentemente le femmine rispetto ai maschi. E’ più diffuso nei bambini timidi, introversi, appartenenti a famiglie isolate e/o ansiose che mostrano difficoltà nell’instaurare relazioni sociali. In genere sono bambini che vanno bene a scuola, ma l’impossibilità di parlare determina un calo del rendimento.

3) Quali sono le cause?

Determinante è sicuramente il temperamento del bambino/a, che davanti ad estranei non si sente a proprio agio, pertanto, pur sapendo parlare, preferisce il silenzio al fine di evitare situazioni che possano creargli un disagio. Di conseguenza il mutismo serve a controllare l’ansia.

4) Quando chiedere l’intervento di uno specialista?

Qualora gli episodi di mutismo si protraggano per almeno un mese, abbiano un’incidenza negativa sulla vita sociale del bambino/a e si pensa possano associarsi ad un disagio psicologico è opportuno chiedere una consulenza psicologica.

5) Come approcciarsi ad un bimbo con mutismo selettivo?

Importante è non rimproverare il bambino/a per il suo silenzio, facendolo sentire in colpa e costringendolo a parlare attraverso minacce e ricatti (es. ”Se parli ti compro il gioco che ti piace tanto”). E’ più utile accogliere il disagio del piccolo, rassicurarlo nella situazione in cui prova quel disagio, cercando di utilizzare alcune strategie per incentivare i comportamenti di apertura (es. invitare i compagni a casa, iniziando con uno solo, favorire la permanenza del bambino a scuola prima e dopo le lezioni, costruire un dialogo costante con le figure scolastiche e non che ruotano intorno al bambino).

 

Dott.ssa Anna Bruno

Psicologa Psicoterapeuta

Alchimie Junior

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