E’ se la certificazione della diagnosi coincide con l’ingresso all’Università?
La scelta di proseguire gli studi con un percorso universitario, comporta già di per sé un importante cambiamento, perché segna un passaggio importante in termini di autonomia, capacità organizzative e scansione del tempo da dedicare allo studio.
Nei casi di studenti con DSA, l’approccio all’Università è ancora più complesso, perché nel proprio immaginario quest’ultima coincide con la maggiore età e quindi con un’esigenza di maggiore autonomia e libertà che non sempre si sposa con il bisogno di dover adottare delle misure compensative e dispensative per l’accesso allo studio.
Ancor più complesso è il caso degli alunni che giungono all’università senza avere una certificazione di DSA, che quindi, nel precedente percorso di studi non hanno avuto la possibilità di mettere a punto delle personali strategie per diventare strategici e compensare, attraverso l’ausilio delle misure dispensative e compensative previste dalla legge. Questi alunni, andranno incontro inevitabilmente alla frustrazione dovuta ad uno studio non ben strutturato sul proprio disturbo e necessiteranno di grossi sforzi per costruire ex novo un proprio stile di apprendimento, senza aver avuto la possibilità di poterlo sperimentare negli anni precedenti.
La legge 170 prevede che agli studenti con DSA siano garantite, durante il percorso di istruzione e formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e valutazione, anche per quanto concerne gli esami di stato e di ammissione all’università, nonché gli esami universitari.
Per far sì che uno studente con DSA possa frequentare l’Università con serenità e successo, anche se ha ottenuto tardi la diagnosi, qui di seguito alcuni consigli utili:
1. Scegliere la facoltà autonomamente, tenendo conto anche delle specifiche difficoltà dettate dal disturbo (per es. la facoltà di matematica richiederebbe grossi sforzi a un discalculico);
2. Scegliere l’Ateneo anche in base all’attenzione della stessa ai DSA, nonché alla presenza di risorse specifiche, come tutoraggi, dotazioni informatiche, piattaforme e-learning per integrare la didattica standard;
3. Presentare all’ufficio DSA, solitamente associato a quello della disabilità, tutta la documentazione richiesta entro i tempi stabiliti;
4. Diventare protagonisti attivi del proprio apprendimento attraverso la ricerca delle proprie personali strategie e compensazioni;
5. Condividere le proprie strategie di apprendimento con i docenti, argomentandoli e cercando degli accordi sulla gestione dello studio e degli esami;
6. Sfruttare tutte le risorse a disposizione senza cedere al timore che il proprio disturbo possa fare apparire come un diverso.
dr.ssa Annarita Di Somma
Equipe DSA
Scrivi commento