Parliamo di “comorbilità” o “comorbidità” quando in un soggetto sono presenti due o più disturbi di origine diversa.
In particolare il Disturbo specifico di apprendimento può presentare una comorbilità sia interna al DSA stesso, ovvero è possibile trovare l’associazione dei singoli disturbi dell’apprendimento (es. un bambino può presentare solo dislessia oppure essa insieme ad una disortografia); sia esterna , dove il Disturbo specifico di apprendimento si associa ad altri disturbi dello sviluppo, come ad esempio disturbi del linguaggio, disturbi della coordinazione motoria, disturbi visuo-spaziali, disturbi dell’attenzione, disturbi del comportamento, disturbi emotivi, ecc. Per fare un esempio, un bambino può presentare una difficoltà specifica nella scrittura ed essere goffo nei movimenti, poco coordinato, in questo caso ci potrebbe essere una comorbilità tra una disortografia ed un disturbo della coordinazione motoria.
Volendo, tuttavia, analizzare le diverse comorbilità, più complessi appaiono i casi in cui il Disturbo specifico di apprendimento è associato ad un disturbo emotivo o comportamentale, poiché esiste tra di essi un rapporto bidirezionale, cioè il DSA può di per sé determinare difficoltà emotivo-comportamentali reattive alla frustrazione sperimentata in relazione alle richieste scolastiche e a loro volta i Disturbi emotivo-comportamentali sono in grado di determinare difficoltà di apprendimento secondarie ad un disinvestimento rispetto agli obiettivi scolastici.
Al fine di comprendere l’interattività tra le tre dimensioni apprendimento, emotività e comportamento, alcuni studiosi nel 2012 hanno adottato un modello sistemico, secondo cui le tre dimensioni sono collegate tra loro e si sostengono a vicenda, rendendo pertanto complesso definire chi ha determinato cosa. Secondo questo modello sia disturbi primitivi della sfera emotivo-comportamentale che una ridotta efficienza nei compiti richiesti dall’ambiente, conducono ad un abbassamento dell’autostima ed a sensazioni di frustrazione che determinano un disinvestimento motivazionale sui compiti richiesti e reazioni di passività e aggressività che a loro volta alimentano l’inefficienza rispetto ai compiti evolutivi attraverso un aumento delle lacune conoscitive innescando così un circolo vizioso che si autosostiene. Tale modello mette quindi in evidenza come nella pratica clinica bisogna attendersi che da qualunque dei tre ambiti origini il disturbo (apprendimento, emotività, comportamento) esso si ripercuote inevitabilmente su tutte e tre le aree.
Pertanto, considerando le difficoltà che emergono in presenza di una comorbilità tra DSA e disturbi emotivo-comportamentali si sottolinea l’importanza di un’accurata valutazione del soggetto, che tenga sempre in considerazione l’interattività delle tre dimensioni.
Dott.ssa Anna Bruno
Equipe DSA-Alchimie
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