Siamo pronti per riprendere le
Serate alchemiche con i pediatri di libera scelta. Quello dell’identità di genere è stato il primo tema affrontato partendo dagli interrogativi dei pediatri rispetto alle diverse situazioni che
bambini, adolescenti e famiglie portano nei loro studi: confusione rispetto all’identità di genere, incongruenze tra il proprio sentire ed il proprio aspetto; ostentazione di una sessualità
aperta e disorientamento dei genitori.
Che cos’è l’identità di
genere?
L’ identità di genere è ciò che un
individuo sente interiormente di essere: un maschio, una femmina, un “po’ di entrambi” o nessuno dei due.
Si parla invece di incongruenza di
genere quando si avverte un’esperienza marcata e persistente di incompatibilità tra l’identità di genere e il sesso previsto in base al sesso anatomico.
Definirsi rispetto alla propria
identità di genere è un processo indispensabile per ognuno, che richiede tempi soggettivi e che può attraversare periodi transitori di confusione. Fermo restando che tale identità attiene ad un
vissuto interiore, non è pensabile, oltre che non etico, immaginare di intervenire dall’esterno per cambiare la normale evoluzione di un individuo rispetto alla propria identità di
genere.
L’incongruenza di genere di per sé
non è un disturbo, ma se associata a malessere significativo, stress e sofferenza, diventa una condizione patologica chiamata disforia di genere.
Parliamo invece di transessualismo
quando vivere in un corpo che non si riconosce come adeguato alla propria identità sessuale provoca un disagio tale da sentire il bisogno di ricorre alla transizione verso il sesso opposto a
quello biologico.
Ancora diverso è il caso degli
intersessuali, persone nelle quali coesistono biologicamente caratteri maschili e femminili, un tempo non facilmente riconoscibili.
Che cosa può fare un pediatra di
fronte a queste situazioni? E come può indirizzare al meglio le famiglie?
In tutti i casi sopra menzionati,
l’atteggiamento più adeguato per aiutare bambini, adolescenti e familiari nella definizione di sé è quello di accogliere e accompagnare nella costruzione della propria identità di
genere.
Laddove intercettiamo un malessere
significativo, è utile indirizzare la persona da uno specialista che possa aiutare la persona in un percorso di accettazione di sé e del proprio corpo; nel poter esperire il proprio disagio, le
proprie emozioni ed i propri comportamenti e nell’affrontare eventuali difficoltà relazionali di discriminazione, derisione o paura di mostrarsi agli altri per quello che si è.
Nei casi di ragazzini che sono
orientati verso un percorso di transizione, è necessario indirizzarli verso centri specializzati, dove poter essere accompagnati psicologicamente sia per comprendere quanto quel sentire sia
maturo, sia nelle fasi di continuo adattamento ad un corpo che si trasforma e che si desidera corrispondente ad un ideale immaginato per raggiungere una nuova integrazione tra il sé interiore ed
il sé corporeo.
Ancora più delicato e difficile è il
caso dei genitori di bambini diagnosticati intersessuali che si trovano di fronte alla questione di dover decidere se intervenire chirurgicamente e prematuramente per definire il sesso biologico
dei loro figli. Questa pratica, oltre a creare disagio e sensi di colpa nei familiari, rischia di divenire una forma di violenza per questi bambini e di orientarli in una direzione diversa da
quella che sarebbe potuta diventare naturalmente. Oggi in questi casi, quindi, si ritiene utile non intervenire in alcun modo e lasciare al bambino che crescerà il tempo e la serenità di
definirsi naturalmente secondo il proprio sentire.
In conclusione…
Il racconto insieme ai pediatri di
alcuni casi particolari, ci ha arricchiti delle esperienze, delle emozioni e delle riflessioni di ognuno. Un assunto importante è che nessuno può modificare il proprio sentire rispetto
all’identità sessuale.
Bisogna ascoltare, accogliere e
cogliere eventuali segnali di disagio così da poter indirizzare verso gli specialisti più adatti ad aiutare chi è in difficoltà rispetto al percorso di costruzione della propria identità di
genere.
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